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Servizio civile Caritas, nuovi volontari in formazione

In un tempo dove l’indifferenza corre veloce e l’ascolto rallenta, ci sono esperienze capaci di rimettere al centro l’essenziale: l’incontro, l’empatia, la voglia di fare la differenza. È questo lo spirito che ha animato i quattro giorni di percorso formativo di inizio servizio civile, che si è tenuto a Paola dal 4 al 7 giugno e che ha riunito tutti noi 54 giovani volontari del Servizio Civile Universale provenienti dalle 11 Diocesi della Calabria, all’inizio della nostra avventura.

Un gruppo unito dall’entusiasmo e dalla voglia di mettersi al servizio

Siamo sette i ragazzi dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova: Alessia, Elisabetta, Giuseppe, Maria Francesca, Maria Rosaria, Paolo, Rachele e durante questi giorni abbiamo avuto la possibilità di vivere un’esperienza formativa intensa e stimolante. Le attività proposte erano pensate per sviluppare in noi giovani competenze fondamentali come l’ascolto attivo, l’osservazione consapevole e la capacità di discernimento.

«Ho sempre pensato di essere brava a fare queste tre cose eppure i formatori sono stati in grado di farmi mettere in discussione, di insegnarmi che non basta aprire gli occhi e le orecchie se non si apre prima di tutto il cuore. Tramite attività individuali e di gruppo ci hanno aiutato a comprendere quanto sia importante, addirittura necessario, ascoltare e osservare l’altro per conoscerlo davvero, per lavorare bene e con equilibrio. Ho capito, soprattutto, che è importante conoscere sé stessi, che non ci facciamo abbastanza domande e quindi a volte finiamo per non saper rispondere ad un semplice “Che senso dai alla tua vita?”, che di semplice non ha nulla. È per questo motivo che l’attività che mi ha colpita di più è stata quella dell’autoritratto. Ci ho messo qualche minuto prima di iniziare a lavorare perché mi sono resa conto di non conoscermi come dovrei. Inoltre, ho maturato il pensiero che non sempre gli altri ci percepiscono come ci percepiamo noi ma, nonostante ciò, non è detto che non ci sia verità in entrambe le visioni.» (Alessia)

Scoprirsi attraverso il confronto

Attraverso attività pratiche, laboratori, confronti in gruppo e discussioni aperte abbiamo affrontato temi importanti come la solidarietà, la pace, la nonviolenza, i diritti e i doveri di noi volontari ma soprattutto abbiamo imparato tanto, sentito storie toccanti da parte di operatori e volontari e conosciuto persone speciali, diverse per età, esperienze, sogni e percorsi ma uniti tutti dalla stessa voglia di fare qualcosa di utile: metterci al servizio per gli altri.

«Le testimonianze dei volontari e degli operatori mi hanno colpito molto: erano storie vere, piene di umanità, che mi hanno fatto capire quanto possa essere importante anche un piccolo gesto di aiuto». (Elisabetta)

«Le loro parole, ricche di esperienze vissute sul campo, hanno suscitato in noi riflessioni profonde, che spesso continuavano anche al di fuori del contesto formativo. Questi racconti ci hanno aiutato a comprendere che non è necessario essere “supereroi” o avere sempre tutte le risposte pronte, al contrario, abbiamo imparato che chiedere aiuto è un atto di responsabilità e consapevolezza, e che nessuno di noi è solo». (Maria Rosaria)

I 54 giovani volontari del Servizio Civile Caritas della Calabria a Paola con l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Checchinato

«Le loro storie, raccontate senza filtri, ci hanno messo davanti a una realtà che spesso resta invisibile. I racconti, carichi di umanità e verità, hanno toccato corde profonde, lasciando spazio al silenzio e alla riflessione». (Rachele)

Le attività sono state una continua sorpresa, mai banali e sempre coinvolgenti: ci hanno permesso non solo di unirci come gruppo, ma anche di farci uscire dalla nostra comfort zone e grazie al tempo trascorso insieme siamo stati in grado di interagire con tutti, questo è un fattore molto importante poiché ci ha reso più dinamici e attenti ad ascoltare gli altri.

«Questi giorni mi hanno aiutato a mettermi in gioco, a superare un po’ le mie paure e a imparare qualcosa di nuovo su me stessa e sugli altri. Ho capito quanto conti usare un linguaggio chiaro, essere coerente con ciò che penso e darmi il permesso di chiedere aiuto quando ne ho bisogno. Ho anche scoperto quanto sia bello lavorare in gruppo e confrontarsi con esperienze diverse dalla mia.» (Elisabetta)

Un’esperienza che forma alla vita sociale e rafforza il gruppo

«Attraverso attività di gruppo, simulazioni e momenti di confronto, abbiamo sperimentato cosa significhi costruire insieme, ascoltare senza giudicare, accettare punti di vista diversi. Lavorare in gruppo, in questo contesto, è diventato un allenamento alla vita sociale: imparare a comunicare, a mediare, a costruire legami autentici». (Rachele)

«In modo particolare mi ha colpito la musico terapia, perché grazie soltanto al modo in cui i protagonisti suonavano il proprio strumento, emergevano i dati caratteriali di ciascuno». (Giuseppe) «Una delle attività che mi è rimasta più impressa è stata quella dello scudo, è stato un momento toccante e profondo: mettere nero su bianco ciò che di bello c’è in noi non è sempre facile, ma è stata un’occasione preziosa per riconoscere le nostre qualità positive e meno positive, per imparare a guardare con più fiducia al ruolo che avremo all’interno del servizio civile». (Paolo)

Una nuova consapevolezza da portare nel servizio e nella vita

«Tra le varie proposte il “dilemma del prigioniero” mi ha permesso di riflettere sul valore del confronto e della cooperazione: grazie al dialogo con gli altri partecipanti ho modificato il mio punto di vista, comprendendo che il miglior esito si raggiunge attraverso il compromesso e l’equilibrio». (Maria Rosaria) «Grazie ad un’attività di gruppo finalizzata alla scrittura di una storia ho avuto modo di entrare in relazione con diversi ragazzi di altre diocesi e partendo da una condivisione di idee, siamo finiti a raccontarci, creando un clima di confronto e collaborazione molto coinvolgente». (Maria Francesca)

Ora che il corso è finito ci sentiamo più preparati, motivati e soprattutto partecipi di qualcosa di più grande, siamo molto soddisfatti di questi giorni trascorsi insieme, questa esperienza ci ha lasciato strumenti preziosi per affrontare con maggiore maturità le relazioni e le sfide quotidiane.

Quattro giorni non bastano per cambiare il mondo, ma hanno cambiato il nostro modo di guardarlo.

Alessia, Elisabetta, Giuseppe, Maria Francesca, Maria Rosaria, Paolo, Rachele

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